4 NOVEMBRE 1918. CESSAVA IL MASSACRO DEI POPOLI IN EUROPA

Cento anni fa si poneva termine all’immane conflitto che ha devastato l’Europa e cambiato il destino dei suoi popoli. Il costo di vite umane è stato altissimo; in Italia sono stati contati oltre 600.000 vittime.

Il 4 novembre 1918, dopo tre anni e mezzo di guerra, il generale Armando Diaz che aveva sostituito Luigi Cadorna al comando dello stato maggiore del Regio esercito dopo la disfatta di Caporetto, annunciava l’armistizio con l’Austria, le cui armate risalivano in disordine le valli che avevano disceso con tanta sicurezza, come recita il bollettino della vittoria, da lì a qualche mese apposto come lapide sulle mura di tutti gli edifici pubblici.

Si pensava che non ci sarebbero state più guerre così devastanti, ma la Conferenza di pace di Parigi non riuscì a risolvere i problemi aperti dallo stesso conflitto e quello che sarebbe accaduto dopo qualche anno sarebbe stato ancora più tragico: il fascismo, il nazismo, il terrore staliniano, la guerra civile spagnola fino alla catastrofe della seconda guerra mondiale, scatenata dalla follia criminale di Adolf Hitler con la condiscendenza di Benito Mussolini.

Il 4 novembre 1918 resta una data importante e impegnativa nella storia dell’Italia moderna, al pari del 25 aprile 1945. Gli storici hanno giustamente sostenuto che l’unità d’Italia è stata completata nelle trincee del Trentino e delle Alpi giulie dove fango, neve, gelo, fame, malattie, dolore, morte e il lutto collettivo hanno cementato il sentimento e l’identità nazionale, rafforzati successivamente dalla resistenza al nazifascismo e dalla guerra di Liberazione.

Salvatore Provino, Colore della guerra, 2008, olio su tela, 50×50

Oggi resta il dovere della memoria per coloro che hanno dato la vita per l’Italia, come ricordano i monumenti ai caduti che si trovano in ogni borgo rurale e quartiere urbano, testimonianza di pietas, di patriottismo e di riconoscenza dell’intera nazione. Il governo non ha organizzato eventi particolari per commemorare le vittime del conflitto e per celebrare la vittoria. Ma la battaglia del Piave e il successo finale dell’esercito italiano non possono essere dimenticati dalle centinaia di migliaia di eredi dei caduti sulle Alpi e nelle vallate del Piave, dell’Isonzo e del Tagliamento. L’Europa unita ci aiuta a mantenere saldo il sentimento di fratellanza e di solidarietà del Continente di fronte alle turbolenze e agli sconvolgimenti dell’attuale momento storico che sta attraversando l’intero pianeta. Le forze che gridano il ritorno al passato nazionalista e sovranista hanno dimenticato il sangue italiano versato sul Grappa e sul Carso, le vite umane immolate a El Alamein e sul fronte del Don, le stragi di Cefalonia, Marzabotto, S. Anna di Stazzema e delle Fosse Ardeatine, il sacrificio dei sette fratelli Cervi e di migliaia di partigiani, oltre alle vittime civili dei bombardamenti aerei.

L’Italia e l’Europa debbono essere difese da ignobili detrattori, cospiratori, sabotatori e guastatori del momento, vittime a loro volta del pregiudizio, dell’ignoranza e dell’assenza di coraggio. Codardia politica che si sposa con l’ignoranza della storia.

Agostino Bagnato

Roma 4 novembre 2018