Il “Makarenko didattico”

Il “Makarenko didattico” nell’Università «La Sapienza» di Roma[1]

di Nicola Siciliani de Cumis

Nell’accogliere volentieri l’invito trasmessomi dall’amico Emiliano Mettini di partecipare ai lavori di questo convegno su Anton Semënovič Makarenko, con una nota informativa sulle attività didattiche e scientifiche, propriamente makarenkiane, della Prima Cattedra di Pedagogia generale dell’Università «La Sapienza» di Roma, devo subito dichiarare le difficoltà del compito affidatomi. Una difficoltà di tipo storiografico e culturologico, oltre che pedagogica, che tira in ballo un po’ tutta la storia della Cattedra, dal momento della sua costituzione ad oggi; e, quindi, le sue specifiche tradizioni e le sue caratteristiche innovative, le sue peculiarità “antipedagogiche” e le sue potenzialità euristiche, le sue dimensioni dialettiche e il suo senso della prospettiva: tutte dimensioni concettuali queste, che pur con tutti i necessari e spesso radicali distinguo, appartengono tanto, in generale, alla storia ultracentenaria della Cattedra (nelle sue diverse articolazioni disciplinari); quanto, in particolare, alle successive acquisizioni makarenkiane di alcuni dei più illustri pedagogisti romani del secolo scorso, anche in ambiti universitari altri dalla Facoltà di Lettere e Filosofia della «Sapienza»[2].

     Si dovrebbe infatti andare via via indietro nel tempo, per dire degli ascendenti accademici più remoti dell’attuale interesse universitario “romano” per Makarenko nell’opera di Aldo Visalberghi[3], Maria Corda Costa[4], Luigi Volpicelli[5], Pietro Braido[6], Bruno Bellerate[7], Mario Alighiero Manacorda[8] e altri[9]. E, ancora prima – pur con tutti i distinguo pedagogici e con ogni cautela storiografica -, occorrerebbe che io accennassi ad una certa cultura per così dire makarenkiana ante litteram, variamente rintracciabile nella storia della mia Università, con Antonio Labriola… Labriola, primo titolare della Cattedra di Filosofia morale e pedagogia alla «Sapienza» dal 1874, marxista dai successivi anni Novanta, sempre attento ai temi delle responsabilità individuale e collettiva e ai problemi della divisione sociale lavoro, del cooperativismo, della giustizia, dei valori, del gioco, delle regole, dell’insegnamento/apprendimento di contenuti specifici, della competenza, della formazione degli insegnanti, di una rivoluzione politica in senso democratico e socialista, ecc.

     Non a caso quindi, negli ultimi venticinque anni di attività pedagogiche alla «Sapienza», si è sviluppato attorno al mio lavoro di studioso e di docente uno specifico interesse di ricerca e didattico sulle analogie e sulle differenze rinvenibili per l’appunto tra Makarenko e  Labriola[10]: e dunque, più in generale, tra Makarenko e alcuni classici del marxismo, tra Makarenko e la Rivoluzione d’Ottobre, tra Makarenko e Gor’kij[11], tra Makarenko e le riviste «Sovetskaja Pedagogika» e  «Rassegna Sovietica»[12], tra Makarenko e Maria Montessori[13], tra Makarenko e Antonio Gramsci[14], tra Makarenko e John Dewey[15], tra Makarenko e Don Milani[16], tra Makarenko e Tolstoj[17], tra Makarenko e Charles Dickens[18], tra Makarenko e Nikolaj Vladimirovič Ekk[19], tra Makarenko e le tematiche dell’educazione familiare[20], tra Makarenko e Don Luigi Guanella[21], tra Makarenko e la cultura greca[22], tra Makarenko e il pensiero cooperativistico ieri e oggi[23], tra Makarenko e lo scoutismo di Baden Powell, tra Makarenko e le tematiche dell’intercultura nel rapporto Nord del mondo/Sud del Mondo[24], tra Makarenko e Muhammad Yunus[25], tra Makarenko e Moloud Oukili o Giorgio Spaziani e Emanuela Giovannini[26], tra Makarenko e il tema del gioco[27], tra Makarenko e la didattica nelle scuole elementari[28] ecc. Per arrivare, infine, al tema storico dei besprizorniki[29], ovvero delle sopravvivenze o delle “traduzioni” pedagogiche makarenkiane odierne, in Italia, nell’occidente europeo, in alcuni dei paesi dell’ex Unione Sovietica, a Cuba, in Bangladesch, ecc.

      Direi addirittura che da circa quindici anni, l’opera di Makarenko è entrata strutturalmente a fare parte della vita quotidiana della Prima Cattedra di Pedagogia generale, con la stessa naturalezza del respirare, del nutrirsi, della veglia e del sonno, e di quanto altro, al mattino, ci consente di stare in piedi e affrontare una giornata di lavoro. Di qui una notevole messe di ricerche sull’autore Makarenko e i suoi tempi, su Makarenko e noi, sulle traduzioni del Poema pedagogico in lingua italiana[30], sui rapporti tra il Makarenko pedagogista e il Makarenko scrittore, sul Poema pedagogico e gli altri scritti del periodo 1925-1935[31], sui concetti di “collettivo”[32] e di “prospettiva”, di “scoppio” e di “stasi”, di “abbandono” e di “handicap sociale”, di “tradizione” e di “stile”, di “teoria” e di “tecnica”,  di “ uomini vecchi” e di “uomo nuovo”, sul Poema “romanzo di formazione” e sull’idea makarenkiana di “infanzia”, sulla storia della circolazione dell’opera di Makarenko in Italia e sulle traduzioni ed edizioni italiane del Poema (compresa quella attualmente in preparazione, a cura della Cattedra di Pedagogia generale), ecc.

     Certamente, sarebbe possibile enumerare e descrivere i momenti tecnici di maggiore concretezza e visibilità euristica e formativa, riguardanti Makarenko, come corsi di lezione, seminari, laboratori, prove scritte e orali d’esame, tesine, elaborati scritti e tesi di laurea, contributi a stampa e interventi pubblici di diverso impegno (traduzioni, recensioni, prefazioni, articoli, saggi, monografie, relazioni a convegni, mostre didattiche, rubriche su periodici, lettere aperte, presentazioni di libri e film d’argomento makarenkiano, ecc.). Meno facile, invece, è rendere criticamente conto dell’incidenza della pedagogia di Makarenko (meglio sarebbe dire dell’“indotto” della sua anti-pedagogia), nell’intero complesso delle attività della Cattedra: perché nonostante le differenze soggettive di personalità e di cultura, e a dispetto delle divergenze oggettive di contesto, gli stessi su accennati parametri logico-pratici makarenkiani – prospettiva e gioia del domani, “individuale” e “collettivo”, senso dell’onore e funzione della disciplina, tradizione e stile, responsabilità e corresponsabilità, scoppio e stasi, studio e lavoro, quantità e qualità, produttività economica e accrescimento pedagogico, rotazione delle mansioni e integrazione delle competenze, ecc.) –  sembrano essere variamente alla base di un po’ tutta l’azione didattica e scientifica del docente, dei collaboratori, degli studenti di Pedagogia generale I e, in larga parte, degli stessi Corsi di laurea in Pedagogia e Scienze dell’educazione e della formazione della «Sapienza» romana.

     Un’azione didattica e scientifica makarenkiana che, come accennavo all’inizio, ha una lunga storia di oltre centotrenta anni (da Labriola in giù); e che, aggiungo, ha i suoi classici di riferimento e di confronto in Hegel, Kant, Herbart, Marx, Dewey, Piaget, Montessori, Vygotskij, Gramsci.  E che, per ciò che attiene ai suoi sviluppi più recenti, viene  sorretta metodologicamente dal criterio, che è al centro dall’opera storiografica ed educativa di Eugenio Garin e di Michail Michajlovič Bachtin e che riassumerei con le parole di quest’ultimo (in L’autore e l’eroe):

     Il primo problema è capire l’opera come la capiva l’autore stesso, senza andare oltre i limiti della sua comprensione. La soluzione di questo problema è molto difficile e richiede di solito l’impiego di un materiale immenso.

      Il secondo problema è usare la propria extralocalità temporale e culturale. L’inserimento nel nostro contesto (estraneo all’autore).

     Di qui, in prospettiva, il senso di tutto l’enorme lavoro che rimane da portare avanti. Giacché, nel caso di Makarenko in Italia, si tratta assai più della storia di un’assenza che della cronaca di una presenza: e ciò, nel senso che tutto quel poco o quel molto che si è potuto fare sul pedagog-pisatel’, come singoli ricercatori e come cattedre universitarie e riviste e libri, siti internet e altre istanze scientifiche, didattiche, comunicative, divulgative, ecc., tutto questo, risulta comunque sproporzionato rispetto al “problema Makarenko” nella sua complessità…

     Per restare al Poema pedagogico, il romanzo pone infatti tutta una serie di questioni tuttora niente affatto risolte, a cominciare dalla questione del testo in russo (ricco di ucrainismi) e delle sue traduzioni (per intanto, in lingua italiana)… Traduzioni che nella mia Università, nell’arco di un quindicennio, sono state al centro dell’attenzione, producendo corsi di lezioni, articoli, seminari di approfondimento, materiali didattici di vario tipo, da un lato allo scopo di aderire di più e meglio che non si sia fatto in precedenza all’“autore” Makarenko,in quanto romanziere e al tempo stesso in quanto didatta[33]; da un altro lato, con l’intento di adoperarne criticamente e autocriticamente la lezione nel corso degli stessi compiti educativi e didattici istituzionali.   

      A maggiore ragione in tale ottica di fruizione, sembra più che mai legittimo chiedersi, infatti, se e fino a che punto il Poema pedagogico che abbiamo fin qui conosciuto sia in tutto e per tutto il “vero” Poema pedagogico. E chiedersi, in primo luogo, se sia stato e sia chiaro a tutti (in Italia non lo è quasi mai stato preso in considerazione) il fatto che è pur sempre di un romanzo che in primo luogo si tratta; e che, in secondo luogo, la stessa materia narrativo-formativa e poetico-poematica dell’opera a mezzo tra resoconto storico e invenzione, non solo è frutto di un’esperienza letteraria inseparabile da quella educativa di cui è espressione congiunta-autonoma; ma è anche il seme di un’incidenza formativa ulteriore, che “parte” dal Poema pedagogico, arriva a noi, svolge la sua funzione “poematica”, pedagogico-antipedagogica, ben oltre noi stessi[34].

    Voglio dire, in altri termini, che il Poema pedagogico come racconto della “prospettiva”, per un verso, si radica nel suo “presente”, giacché i suoi contenuti “prospettici” sono anzitutto quelli di Makarenko e del proprio tempo-spazio di riflessione e d’azione (la Rivoluzione d’Ottobre e le sue conseguenze in Unione Sovietica e nel mondo); per un altro verso, tuttavia, è la stessa dimensione prospettica makarenkiana che, se diventa riconoscibile come tale, si allunga per così dire indefinitamente, introducendo al futuro… Un “futuro” che, per la Prima Cattedra di Pedagogia generale della «Sapienza» romana, viene a costruirsi giorno per giorno nelle ore di lezione e in quelle del ricevimento degli studenti, parlando di Makarenko e leggendolo e rileggendolo; e, dunque, scrivendone il docente e facendone scrivere agli studenti, lì per lì ai fini “pratici” dell’“accreditamento” dell’esame, ma, per ciò che mi risulta, con risultati didattici e soprattutto euristici generalmente molto soddisfacenti ben al di là dell’obiettivo pratico-universitario immediato.

     Di qui, probabilmente, il senso della scelta ricorrente, da parte di numerosi laureandi della «Sapienza», negli ultimi anni, a “investire” la propria intelligenza e il proprio impegno su Makaranko e sulla sua opera, affrontando soprattutto il Poema pedagogico (ma non solo) da punti di vista i più diversi; e inserendolo pertanto  costruttivamente nel proprio contesto formativo e combinandone la materia pedagogico-letteraria con i più diversi interessi culturali e professionali. Ragion per cui fornirei intanto il seguente, pur parziale elenco di laureati e di elaborati di laurea in Pedagogia generale I: e, anzitutto di “dottori triennalisti”, cioè, del Corso di laurea in scienze dell’educazione e della formazione, la più parte dei quali già iscritti o pronti ad iscriversi al Corso di laurea “specialistica” in Pedagogia e scienze dell’educazione e della formazione[35].

     E dunque:

Makarenko negli elaborati di laurea di Pedagogia generale I

Nuovo ordinamento universitario italiano (Laurea triennale)

dall’Anno accademico 2000-2001 all’Anno accademico 2006-2007

Elaborati completi (Makarenko è nel titolo)

 

  1. A. 2002-2003
  • C. Pinci, Makarenko e Yunus, tra differenze e analogie.

Tematica: Confronto Makarenko-Yunus, la sfida dell’educare. Makarenko e l’educazione dei ragazzi abbandonati (pp. 15-28). Analogie e differenze (pp. 49-69). Riassunto del Poema pedagogico (pp. 73-84). Il Poema pedagogico per immagini (pp. 87-104). Il Poema pedagogicocome romanzo d’infanzia, gli “abbandonati” di oggi (pp. 105-118).

 

  1. A. 2003-2004
  • I. Di Giacinto, Teatro ed educazione. Da Anton S. Makarenko a Giorgio Spaziani.

Tematica: Makarenko e il teatro come educazione (pp. 3-20). Confronto tra Makarenko e Spaziani (pp. 37-51).

  • R. Rabbia, Makarenko e l’infanzia abbandonata tra storia e cronaca 1920-2005.

Tematica: I bambini abbandonati nel Poema pedagogico. Analisi di Lezioni su Makarenko di A. Bagnato (pp. V-XXIV). Analisi di I bambini di Makarenko di N. Siciliani de Cumis (pp. 1-23).

  1. A. 2004-2005
  • C. Cella, Makarenko domani.

Tematica: L’esperienza makarenkiana del collettivo paragonata ad esperienze “altre” di bambini abbandonati (S. Leucio, i kibbutz, la scuola di Barbiana, il microcredito di Yunus e le bambine di Shanghaj). I bambini di Makarenko e l’organizzazione della colonia “Gor’kij” (pp. 1-35).

  • A. D’Ingiullo, Da Makarenko alla Teatroterapia.

      Tematica: Teatro come strumento educativo. Biografia di Makarenko (pp. 9-18). Il teatro    nel Poema pedagogico (pp. 19-32).

  1. A. 2005-2006
  • F. Fedele, L’abbandono dell’infanzia. Da Makarenko ai giorni nostri. Temi e problemi.

Tematica: Makarenko e l’infanzia abbandonata come problema di pedagogia familiare (pp. 1-43).

  • E. J. Verna, L’infanzia abbandonata di Makarenko nel nuovo millennio.

Tematica: Makarenko e l’infanzia abbandonata. Poema pedagogico e ragazzi abbandonati nell’Urss anni ’20 (pp. 1-32). L’attualità di Makarenko e l’applicabilità del suo metodo (pp. 49-52).

  1. A. 2006-2007
  • A. Quattrini, Collettivo/Collettivi in Makarenko. Poema pedagogico – La marcia dell’anno ’30 – Bandiere sulle torri.

Tematica: Analisi comparativa del tema del collettivo nelle tre opere makarenkiane. Indici dei nome e delle tematiche ricorrenti per ogni opera (pp. 1-61).

 

  • I. Segatori, Makarenko e la pedagogia del collettivo.

Tematica: Il collettivo come strumento pedagogico. Principi pedagogici e analisi delle tre opere principali di Makarenko, Poema pedagogicoLa marcia dell’anno ’30 e Bandiere sulle torri (pp. 1-61). 

Elaborati parziali

 

  1. A. 2003-2004
  • N. de Gaetano, L’autobiografia. Dimensioni scientifiche ed educative.

Tematica: Makarenko e l’autobiografia. La dimensione autobiografica nel Poema pedagogico, l’educatore autobiografo (pp. 24-26). Makarenko nella Biblioteca Nazionale di Roma (pp. 47-49).

  • A. Panardi, Il lavoro come dimensione formativa. L’esperienza di “Quale società” (1981-1994) dopo un decennio.

Tematica: Makarenko e il tema del lavoro. La didattica del collettivo. Il lavoro nel Poema pedagogico (pp. 61-79).

 

  1. A. 2004-2005
  • S. Collepiccolo, Per una “cultura della diversità”.

Tematica: Handicap e Makarenko. Descrizione, ripercorrendo la trama del Poema pedagogico, di “handiccapati” che diventano altro. La normalità non esiste (pp. 34-63). Recensione libro di F. C. Floris, La pedagogia familiare nell’opera di Anton S. Makarenko (pp. 34-38).

  • P. Mosetti, Artek. Per un dialogo internazionale tra sistemi di istruzione.

Tematica: Confronto tra la pedagogia di Artek e quella di Makarenko (pp. 5-10). Pedagogia come antipedagogia in Makarenko: discorsi di N. Siciliani de Cumis alla Conferenza Internazionale (pp. 39-41).

  • S. Napoleoni, Cooperativismo e educazione. Tra pedagogia e antipedagogia.

Tematica: L’antipedagogia di Makarenko. Yunus e Makarenko (pp. 11-12), Poema pedagogico e sviluppo metodo antipedagogico (pp. 12-16). Recensione libro I bambini di Makarenko (pp. 16-19). Makarenko e il cooperativismo (pp. 26-32).

  • F. Ottati, Il sorriso e la cura. Dimensioni pedagogiche della “clownterapia”.

Tematica: Il sorriso e Makarenko. Miloud come nuovo Makarenko: il teatro come strumento educativo. Il sorriso di Zadorov (pp. 74-76).

  • T. Pierguidi, La città dei ragazzi. Specificità, confronti, prospettive d’indagine.

Tematica: Makarenko e Monsignor Carroll-Abbing. Il collettivo makarenkiano ed i gruppi alla Città dei Ragazzi di Roma (pp. 44-49). Yunus e Makarenko (pp. 120-122).

  • D. Scarpetta, Identità umana identità attoriale nel “sistema” di Stanislavskij.

Tematica: Makarenko e il teatro. Vygotskij e Makarenko tra psicologia, pedagogia e teatro (pp. 33-37).

  1. A. 2005-2006
  • E. Di Napoli, I bambini “cattivi”. Il mondo del minore deviante.

Tematica: Makarenko e la devianza minorile. Descrizione del Poema pedagogico con attenzione al tema del collettivo (pp. 73-80).

  • E. Figlioli, «Quando i bambini fanno ooh… ». Una canzone e la sua “pedagogia”.

Tematica: Musica come educazione in Makarenko. Musicalità nel Poema pedagogico (pp. 46-49). La meraviglia nel Poema pedagogico (pp. 59-62). Parallelo tra il capitolo del Poema pedagogico “Ai piedi dell’Olimpo” ed il capitolo “Austria” tratto da Statistiche di pedagogia e di politica scolastica di A. Labriola (pp. 81-92).

  • S. Gaggioli, L’infanzia e i suoi luoghi “altri”.

Tematica: Gli “altri” luoghi di crescita dei ragazzi abbandonati. Situazione dell’Urss negli anni ’20, descrizione della colonia “Gork’ij” e dell’antipedagogia come luogo e metodo “altro” (pp. 25-37).

  • A. Lauria, Detenzione femminile. Madri e figli in carcere.

Tematica: Makarenko e le ragazze in carcere. Felicità, prospettive, collettivo e ragazze nel Poema pedagogico (pp. 68-83). Pedagogia di Makarenko (pp. 133-139).

 

  • M. E. Mainiero, Diversi eppure uguali. Dimensioni pedagogiche dello handicap.

Tematica: Makarenko e l’handicap. L’handicap nel Poema pedagogico, Recensione I bambini di Makarenko (pp. 27-44).

  • E. Maiore, Handicap e danza. Un’esperienza di tirocinio.

Tematica: Makarenko e la danza. La danza come strumento educativo, articolo di N. Siciliani de Cumis (pp. 59-65). L’udibilità nel Poema pedagogico di T. Pangrazi (pp. 71-74).

  • P. Marinangeli, Uomo-natura e uomo-cultura. La famiglia nella formazione dell’individuo.

Tematica: Makarenko e la pedagogia familiare. Makarenko e la famiglia, il collettivo come famiglia (pp. 20-27).

  • D. Qoli, Le cooperative sociali e un nuovo approccio per l’immigrazione.

Tematica: Cooperativismo ed immigrazione. Pedagogia ed antipedagogia di Makarenko nei centri di accoglienza (pp. 35-40).

 

  • S. Savo, C’era una volta un re… nero.

Tematica: Il sogno e Makarenko. Tema del sogno nel Poema pedagogico, articolo di N. Siciliani de Cumis su «Slavia» e postilla (pp. 69-81).

  • M. A. Soscia, Ludus, ludi e ludoteca. Gioco come, gioco dove, gioco quando, gioco perché.

Tematica: Makarenko e il gioco. Commento di Consigli ai genitori (pp. 14-17). Makarenko e la scuola sovietica, Makarenko e personalismo sociale di A. Visalberghi (pp. 112-120).

  • C. Trucchia, Tra gioco e Teatro. La valorizzazione della creatività nel bambino.

Tematica: G. Rodari tra gioco e teatro. Makarenko e il gioco (pp. 48-51)

  1. A. 2006-2007
  • M. Castiglione Humani, Teatro e diverse abilità.

Tematica: Makarenko, il teatro e l’handicap (pp. 69-73).

  • D. Catalano, Un cavallo per amico. L’ippoterapia e le sue dimensioni pedagogiche.

Tematica: L’ippoterapia nel Poema pedagogico (pp. 31-36). La figura di Bratčenko (pp. 49-58). La pedagogia di Makarenko (pp. 58-64).

Nicola Siciliani de Cumis

 Università degli Studi di Roma “La Sapienza”              5 dicembre 2007

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[1] Il titolo, da un lato, si rifà alle tesi sostenute nel mio libro N. Siciliani de Cumis, I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, Pisa, ETS, 2002 e alla rubrica «Didattica», per mia cura,  presente da  alcuni anni sulla rivista italiana «Slavia»; da un altro lato, rimanda a taluni contributi pubblicati dalla rivista «l’albatros»; a numerose tesi di laurea, tesine ed elaborati didattici di vario tipo, fioriti nell’ambito delle attività scientifico-didattiche della Prima Cattedra di Pedagogia generale dell’Università «La Sapienza» di Roma. Rinvio quindi al volume a cura di E. Condò, in preparazione per i tipi dell’editore «l’albatros», per l’appunto dal titolo Il “Makarenko didattico” in «Slavia» 1995-2006; ai materiali  di un «Laboratorio Makarenko» a cura di V. Carissimi e A Cittarelli,  nel DVD allegato al volume di N. Siciliani de Cumis, Cari studenti, faccio blog… magari insegno, Roma, Nuova Cultura, 2006; e ai materiali didattici periodicamente messi a disposizione degli studenti, sui siti internetwww.cultureducaziine.itwww.slavia.itwww.makarenko.it,www.nextly.org/educational/profsiciliani.html,  ecc. Cfr. quindi, negli anni, oltre a diversi contributi individuali e collettivi sulle riviste «Rassegna Sovietica», «Slavia», «Scuola e Città», «l’albatros»; «Adultità», «Giornale di storia contemporanea», ecc; e in opere collettanee, i seguenti volumi:  N. Siciliani de Cumis, L’educazione di uno storico, Pian di San Bartolo (Firenze), Manzuoli, 1989; Id., Italia-Urss/Russia-Italia. Tra culturologia ed educazione 1984-2004. Con la collaborazione di V. Cannas, E. Medolla, V. Orsomarso, D. Scalzo, T. Tomassetti, Roma, Quaderni di Slavia/1, 2001;  L’università, la didattica, la ricercaPrimi studi in onore di Maria corda Costa, a cura di N. Siciliani de Cumis, Caltanissatta-Roma, Sciascia, 2001; Evaluation. Studi in onore di Aldo Visalberghi, a cura di G. Cives, M. Corda Costa, M. Fattori, N. Siciliani de Cumis, Caltanissetta-Roma, Sciascia, 2002; “Ciascuno cresce solo se sognato”. La formazione dei valori tra pedagogia e letteratura, a cura di E. Medolla e R. Sandrucci, Caltanissetta-Roma, Sciascia, 2003; Antonio Labriola e «La Sapienza». Tratesti, contesti, pretesti 2005-2006, a cura di N. Siciliani de Cumis, con la collaborazione di A. Sanzo e D. Scalzo, Roma, Nuova Cultura, 2007.

[2] Anzitutto, nella Facoltà di Magistero; quindi,  in quelle di Roma  Tor Vergata , Roma Tre, Ateneo Salesiano, LUMSA, ecc.

[3] Cfr. Evaluation. Studi in onore di Aldo Visalberghi, cit,, il contributo di N. Sciliani de Cumis, su Makarenko; e, ivi, la Bibliografia degli scritti di Aldo Visalberghi; e da ultimo, in occasione della morte dell’illustre pedagogista e a proposito della sua “eredità”, la riproposta, a cura di N. Siciliani de Cumis, di A. Visalberghi, Antonio Makarenko e la scuola sovietica e Makarenko: personalismo sociale, in «l’albatros», aprile-giugno 2007,  pp. 83-92.

[4] Cfr. il citato L’università, la didattica, la ricerca. Primi studi in onore di Maria Corda Costa, soprattutto la bibliografia e le note.

[5] Cfr., sul tema del rapporto Volpicelli-scuola sovietica  (e, dunque, concernente anche Makarenko), la tesi di laurea in Pedagogia di T. Tomassetti, L’interesse di Luigi Volpicelli per la scuola, la pedagogia, la didattica in URSS dagli anni Trenta agli anni Settanta (Relatore: N. Siciliani de Cumis – Correlatore: F. Pesci), Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Anno accademico 1997-1998. Vedi anche T. Tomassetti, Gli “illegittimi” di Volpicelli, in N. Siciliani de Cumis, I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., pp. 216-221.

[6] A parte gli specifici, noti contributi  di questo studioso su Makarenko (nei tipi dell’editrice La Scuola e in rivista, per cui rinvio alla tesi di laurea di M. L. Marcucci, di cui alla nota seguente), dal punto di vista degli interessi della Prima Cattedra pedagogica romana, mi sia consentito menzionare qui il mio Sulla prima pedagogia universitaria romana e don Luigi Guanella, Illazioni ed ipotesi, in Antonio Labriola e la sua Università. Mostra documentaria per i settecento anni della “Sapienza” (1303-2003). A cento anni dalla morte di Antonio Labriola (1904-2004). A cura di N. Siciliani de Cumis, Roma, Aracne, 2005 (seconda ristampa 2006), pp. 438-457.

[7] Cfr. la tesi di laurea in Pedagogia di M. L. Marcucci,  Anton  S. Makarenko in  “Orientamenti pedagogici”. Il contributo di Bruno M. Bellerate dal 1960 al 1980  (Relatore: N. Siciliani de Cumis – Correlatore: M. S. Veggetti), Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Anno accademico 1997-1998.

[8] A parte i notissimi volumi su Il marxismo e l’educazione e su Gramsci e l’alternativa pedagogica (nei tipi degli editori Armando, Loescher, La Nuova Italia, ecc.), ricordo in particolare alcuni scritti di Manacorda su Makarenko, apparsi sulla rivista «Riforma della scuola» (tra gli anni Cinquanta  e i Settanta); e una tesi di laurea da lui discussa con A. Restivo, Umanesimo socialista di Anton Semenovic Makarenko. Individuo-collettivo nell’esperienza pedagogica makarnkiana (Relatore: M. A. Manacorda – Correlatore: A. Visalberghi), Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Anno accademico 1975-1976.

[9] Tra i più recenti studiosi di Makarenko, che hanno prodotto ricerca e didattica coordinate alle attività della Prima Cattedra di Pedagogia generale, segnalo con particolare gratitudine i colleghi Agostino Bagnato e Domenico Scalzo, ai cui preziosi contributi farò riferimento più oltre.

[10] Ricordo, in particolare, che il tema dei miei corsi monografici semestrali di Terminologia pedagogica e di scienze dell’educazione e della formazione e di Pedagogia generale, negli ultimi sei anni, è stato quasi sempre quello del confronto dei lessici e dei modi di vedere labrioliani e makarenkiani; e quindi, al di là delle similitudini e delle analogie tra i due autori, il tema delle diversificazioni concettuali e pratico operative delle distinte posizioni pedagogiche di Labriola e di Makarenko, nei loro differenti contesti  storico-culturali, etico-formativi e politico-sociali.

[11] Cfr. una tesi di laurea dei primi anni 2000, in Pedagogia generale, di M. Cicchetti, su Gor’kij a Capri (Relatore chi scrive – Correlatore: M. Fattori): e della stessa Cicchetti, Makarenko, “l’ingegnere di anime” della Colonia Gor’kij, nel cit. I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., 193-199.

[12] Cfr. T. Tomassetti, Indici di “Rassegna della Stampa sovietica” 1946-1949. Indici di “Rassegna Sovietica” 1950-1991, Prefazione di G. Monaco. Postfazione di N. Siciliani de Cumis, Roma, Quaderni di Slavia/3, 2003.

[13] Numerosissimi, su questo tema, soprattutto gli elaborati scritti per l’esame di Terminologia pedagogica e scienze dell’educazione e di Pedagogia generale; gli elaborati scritti per la laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione; e le tesi di laurea, sia del “vecchio ordinamento”, sia “specialistica”, in Pedagogia e scienze dell’educazione e della formazione.

[14] Cfr. un estratto della tesi di laurea di C. Coppeto, Educare l’”uomo nuovo” tra Gramsci e Makarenko, in “l’albatros”, luglio-settembre 2007, pp. 111-129.

[15] Cfr. N. Siciliani de Cumis, Dewey, Makarenko e il “Poema pedagogico” tra analogie e differenze, in id., Italia-Urss/Russia-ItaliaTra culturologia e educazione 1984-2001, cit., pp. 259-267; e id., L’inattualità del Dewey «sovietico», in «Studi sulla formazione», anno VI, n. 1, 2003, pp. 118-126. Ma sono da vedere, di  J. Dewey, i sei articoli dal titolo Leningrad Gives the ClueA Country in a State of FluxA New World in the MakingWhat Are Russians Schools Doing?, New Schools for a New Era e The Great Experiment and the Future, pubblicati via via il 14, 21, 28 novembre e il 5 e 19 dicembre 1928, in «The New Republic»: articoli ripubblicati poi, con altri resoconti di viaggio in Messico, Cina e Turchia, nel volume di id., Impressions of Soviet Russia and the Revolutionary World: Mexico – China – Turkey, New York, New York Republic, 1929 (in seguito con il titolo Impressions of Soviet Russia, in id., The Later Works, 1925-1953, Carbondale and Edwardsville, Southern Illinois University Press, 1969,  vol. 3: 1927-1928, Edited by J. A. Boydston Textual Editor, P. Baysinger. With an Introduction by D. Sidorsky, pp. 203-250); e, a proposito, G. Szpunar, Dewey in U.R.S.S. Prospettive per l’educazione di una società democratica, Roma, Nuova Cultura, 2006, soprattutto le pp. 11-87 (edizione provvisoria), dove per l’appunto, per la prima volta in Italia,  si viene a rendere storicamente e  criticamente conto dei suddetti articoli di Dewey. A questo riguardo, sono quindi da considerare come  importanti passi avanti  nello “stato dell’arte”, i contributi di G. Szpunar, L’infanzia come risorsa: i bambini di Yunus, Makarenko, Dewey, nel volume N. Siciliani de Cumis, I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., pp. 117-135; e Dewey in U.R.S.S. Prospettive per l’educazione di una società democratica, Roma, Nuova Cultura, 2006.

[16] Cfr. infra la nota 24.

[17] Cfr. E. Medolla, Punti di contatto tra Tolstoj e Makarenko, in N. Siciliani de Cumis, I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., 190-193.

[18] Cfr. due tesi di laurea in Pedagogia generale del vecchio ordinamento universitario: E. Mariani  (vedine un estratto nel sito internet www.cultureducazione.it; e cfr. E. Mariani, Gli autori e gli eroi: Makarenko e Dickens,  nel mio I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., pp.187-190); e F. Craba, Charles Dickens e Anton S. Makarenko fra pedagogia, letteratura e impegno sociale (Relatore: C. Gabrielli – Correlatore: N. Siciliani de Cumis), Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Anno accademico 2005-2006.

[19] Cfr. D. Scalzo, Il “poema pedagogico” di Makarenko e “Verso la vita” di Ekk, in “Slavia”, luglio-settembre 2006, pp. 5-88.

[20] Cfr. la tesi di laurea in Pedagogia generale, poi libro, di F. C. Floris, La pedagogia familiare nell’opera di Anton Semënovič. Presentazione di L. Pati. Postfazione di B. A. Bellerate, Roma, Aracne (Collana di tesi di laurea, «Diritto di stampa», diretta da G. Boncori, N. Siciliani de Cumis, M. S. Veggetti), 2005.

[21] Cfr. infra, la nota  6.

[22] Cfr. la tesi d laurea in Pedagogia generale di E. Mattia, “Poema” come romanzo di formazione. Indagini su Makarenko e la sua opera (Relatore: N. Siciliani de Cumis –  Correlatore, A. M. Cirio), Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Anno accademico 2004-2005.

[23] Cfr. in particolare A. Bagnato, Educazione e cooperativismo, Prefazione di F. Ferrarotti. Presentazioni di G. Poletti e N. Siciliani de Cumis, Roma, l’albatros, 2005; e dello stesso Bagnato, Makarenko oggi. Educazione e lavoro tra collettivo pedagogico comunità e cooperative sociali. Prefazione di N. Siciliani de Cumis, Postfazione di E. Mettini, Intervista a E. Calabria, Roma, l’albatros, 2006 (seconda edizione di un precedente volume di Lezioni su Makarenko, svolte nell’Università di Roma «La Sapienza», nel decennio precedente, e raccolte in volume, Roma, l’albatros, 2005). Vedi quindi E. Mettini, Attualità su Makarenko, in «l’albatros», gennaio-marzo 2007, pp. 85-88.

[24] Cfr. la tesi di laurea in Pedagogia generale di E. Pezzola, I bambini di Makarenko nelle strade del 2000 (Relatore: N. Siciliani de Cumis – Correlatore: F. Pesci), Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Anno accademico 2000-2001; e cfr., della stessa Pezzola, i contributi al cit. I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”,  pp  125-130 e 257-284.

[25] Cfr. N. Siciliani de Cumis, I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., pp. 225-254 (con contributi di M. D’Alessandro, F. Feliciani, P. Franzò, C. Ludovisi, R. Maiuri.  Ricordo ancora, attorno al tema del “microcredito” in rapporto a Makarenko, un importante “Laboratorio autogestito” dagli studenti, a cura di F. Festa,  C. Ludovisi, R. Maiuri, C. Pinci, F. Saraceni,  G. Szpunar, ecc.; e  significativi paragrafi e/o capitoli di tesi  di laurea in Pedagogia (vecchio ordinamento universitario) di L. Castiglia (sul cinema di Gianni Amelio), di R. Maiuri (sul Pico della Mirandola di Eugenio Garin), di C. Ludovisi (su Don Milani), ecc.

[26] Cfr. N. Siciliani de Cumis, I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., pp. 179 sgg., 274 sgg. e passim.

[27] Cfr. M. P. Musso, Il “gioco” in Makarenko, tra analogie e differenze: Italia-URSS-USA, in N. Siciliani de Cumis, I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., pp. 199-202.

[28] Cfr. R. Sandrucci, Le sassate e le ali. Il “Poema pedagogico” letto da un maestro elementare, in N. Siciliani de Cumis, I bambini di Makarenko. Il Poema pedagogico come “romanzo d’infanzia”, cit., pp. 221-223.

[29] Cfr. a questo riguardo, in Italia, gli studi di D. Caroli, fino al saggio recente Ideali, ideologie e modelli formativi. Il movilemto dei Pionieri in Urss (1922-1939). Prefazione di N. Siciliani de Cumis, Milano, Unicopli, 2006.

[30] A parte le numerose attività universitarie individuali e collettive (di cui si ho reso conto a più riprese in rivista e che convergeranno presto in una nuova edizione italiana del Poema pedagogico, dopo quelle degli anni Cinquanta e Ottanta),  cfr. la tesi di laurea in Pedagogia generale di O. Liskova, Il traduttore come mediatore fra le culture. A proposito del Poema pedagogico di A. S. Makarenko (Relatore: N. Siciliani de Cumis – Correlatori: P. Ferretti e M. S. Veggetti), Università degli Studi «La Sapienza » di Roma, Anno accademico 2003-2004..

[31] Cfr. la tesi di laurea in Pedagogia generale di E. Konovalenko, L’altro Makarenko. Poema pedagogico e dintorni 1925-1935 (Correlatore: N. Siciliani de Cumis – Correlatori: N. Malinin e M. S. Veggetti), Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Anno accademico 2003-2004.

[32] Cfr. in particolare la tesi di laurea in Pedagogia generale di E. Ceravolo, Il Collettivo in A. S. Makarenko (Relatore: N. Siciliani de Cumis – Correlatore: G. Boncori), Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Anno accademico 2005-2006.

[33] Cfr. i miei Questo Makarenko, in «Slavia», 3/4, 1995, pp. 3-16 (con il contributo di B. Paternò) e Per una nuova edizione del Poema pedagogico di Makarenko, in «Scuola e Città», 4, 1997; i circa cinquecento elaborati scritti d’esame degl studenti circa quindici anni di lezioni (e di non frequentanti); e, ora, i Materiali didattici predisposti per il presente anno accademico 2007-2008, in funzione dell’allestimento di una una nuova edizione del Poema pedagogico in lingua italiana.

[34] Cfr. G. Consoli, Romanzo e rivoluzione. Il Poema pedagogico di A. S, Makarenko come nuovo paradigma del racconto, Pisa, ETS (in corso di stampa).

[35] Elenco redatto in occasione della presene nota informativa per il convegno su Makarenko, dalla dottoressa Chiara Coppeto, che qui ringrazio; e della quale ricordo la brillante tesi di laurea in Filosofia (Pedagogia generale I), Educare l’‘uomo nuovo’. Tra Gramsci e Makarenko 1920-1937 (discussa alla «Sapienza», nell’ultima sessione estiva).