MAKSIM GOR’KIJ ANCORA DA SCOPRIRE

Paola Cioni

Ho saputo casualmente di questo incontro su Maksim Gor’kij e ha deciso di partecipare, trovandomi di passaggio a Roma. Sono la Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo e mi occupo di Gor’kij da molti anni. Sull’argomento ho appena pubblicato in russo la monografia “Gor’kij politico”, pubblicata dalla casa editrice Aleteja. Ritengo che Maksim Gor’kij sia una delle personalità culturali e letterarie più importanti della Russia del primo Novecento. Le vicende storiche e politiche hanno contribuito ad oscurare l’eredità dello scrittore, in Russia e in Occidente, anche se negli ultimi tempi si assiste ad una ripresa di attenzione per le sue principali opere, da parte della critica russa.

Paola Cioni interviene all’incontro Maksim Gor’kij e l’Italia

In occasione della ricorrenza dei 150 anni della nascita, si sono svolte nuove iniziative per riportare al centro degli studi e delle ricerche storiche, politiche e culturali sulla vita e sull’opera letteraria di Gor’kij. In particolare, l’attenzione è stata posta sul lungo soggiorno italiano, prima a Capri e poi a Sorrento. Ho contribuito personalmente alla preparazione e allo svolgimento di alcune iniziative che si sono svolte recentemente a San Pietroburgo, Mosca, Napoli e Sorrento.

Questo incontro romano è la conferma che qualcosa sta cambiando e che l’attenzione sullo scrittore si sta facendo più estesa. Ho trovato interessanti e importanti gli interventi dei relatori a questo incontro e ciò conferma la mia speranza che si possa proseguire su questa strada.Ci sono aspetti della lunga residenza italiana di Gor’kij che non sono ancora del tutto chiariti, in particolare per il periodo sorrentino, il che apre un vasto campo d’indagine storica e critica. Anche i rapporti tra Gor’kij e Lenin, riferiti alla visita del capo dei bolscevichi, presentano elementi che vanno ulteriormente verificati alla luce di nuovi documenti reperibili negli archivi russi e in quelli italiani. Così come è opportuno approfondire gli studi su Aleksandr Bogdanov, che esercitò in ambito filosofico e ideologico una grande influenza su Maksim Gor’kij.

Sergej Dronov, GOR’KIJ A SORRENTO, 2018, olio su tela, 70 x 50

Purtroppo il giudizio su Maksim Gor’kij teorico del realismo socialista che ancora ritorna in ambienti diversi, è fuorviante. Sono d’accordo con chi ha oggi affermato che nella Vita di Klim Samgin, di cui abbiamo appena ascoltato un lungo brano, letto dagli attori presenti in sala, non ci siano elementi che possano risalire al realismo socialista. Questa corrente letteraria è stata artificialmente creata da Stalin, così come le espressioni «ingegneri delle anime», e la stessa definizione di Realismo socialista sono state create da lui e non da Gor’kij. La nuova documentazione d’archivio pubblicata su questo argomento, dimostra che Gor’kij non fu direttamente coinvolto nella creazione della nuova corrente letteraria. Tale documentazione ha spinto gli studiosi a rivedere le valutazioni sulla natura della narrativa gor’kiana. La parabola letteraria dello scrittore è molto complessa e va da un inizio molto influenzato dal romanticismo, ricordo l’infatuazione giovanile per Goethe e Leopardi, ma, successivamente il suo stile evolve verso forme più elaborate ed articolate che lo avvicinano prima al realismo e poi al modernismo dell’epoca. Si parla giustamente oggi di un Gor’kij sperimentale, non certo secondo canoni prevalenti nell’Europa occidentale e in America, ma leggendo le sue opere più impegnative del soggiorno a Sorrento, si può parlare di una fase modernista. In questa complessa evoluzione, bisogna però considerare due opere come La Madre e Confessione, nelle quali è forte l’elemento ideologico, che sicuramente contengono elementi di realismo socialista, ma è assurdo pensare che Maksim Gor’kij nel periodo che va dal 1905 al 1908 potesse avere nella sua mente il realismo socialista che nasce molti anni dopo. La lenta e sofferta scrittura della Vita di klim Samgin ha comunque poco da condividere con la nuova corrente letteraria creata da Stalin e fa parte di un lungo percorso letterario sperimentale, rimasto incompiuto per la morte dello scrittore nel 1936, ed è sicuramente scritto nello spirito del modernismo. A questo proposito è interessante rileggere quanto scriveva sull’opera Leone Ginzburg nella recensione apparsa nel 1931 sulle pagine della rivista “La cultura”. Si tratta, comunque, di un argomento molto ampio, impossibile da esaurire in pochi minuti. E’ vero quello che è stato detto a proposito della mancanza di nuove traduzioni delle opere di Gor’kij. Bisognerebbe dare vita ad un programma editoriale e di traduzione, impegnando i maggiori russisti di comprovata esperienza, coinvolgendo anche l’Istituto di Letteratura mondiale Gor’kij di Mosca. La lingua impiegata dallo scrittore non è semplice e per cogliere le sfumature occorre molta sensibilità letteraria, oltre che profonda conoscenza della lingua russa e purtroppo molte delle vecchie traduzioni non sono state fatte dal russo ma da edizioni tedesche o francesi.

Paola Cioni interviene all’incontro Maksim Gor’kij e l’Italia

Mi auguro che questo incontro possa rafforzare l’attenzione su Maksim Gor’kij e restituire ai lettori la gioia di conoscere, attraverso le sue opere, la storia della Russia avviata sulla strada della Rivoluzione.

 

Paola Cioni

Roma, 12 dicembre 2018