LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE NELLA SOCIETÀ E NELLA CULTURA RUSSA E OCCIDENTALE

a cura dell’Associazione L’Albatros ,Tavola Rotonda, 27 X 2017

ROMA – ISTITUTO LUIGI STURZO Palazzo Baldassini – Sala Perin del Vaga Via delle Coppelle, 35 (Pantheon)

Maria Serena Veggetti, psicologa, “Sapienza” Università di Roma

L’esperienza della psicologia russa tra Freud e la psicanalisi

Nel prendere in esame l’argomento cui è dedicata questa tavola rotonda, mi sembra opportuno porre un interrogativo, proprio per l’ottica disciplinare che rappresento.

“Perché uno psicologo giunge ad auspicare una rivoluzione, a partecipare alle attività clandestine per porla in essere e poi a quelle politiche del paese in cui la Rivoluzione sta prendendo corpo e di fatto storicamente si compie? “

Sembrerebbe, ad una prima analisi dell’argomento, che un politico prenda naturalmente parte ad un evento di questa portata, sia per assecondarlo che,viceversa, per contrastarlo. L’analogo può ritenersi per un fotografo, un regista, uno scrittore o un giornalista e persino un insegnante. Ma non immediata scaturisce la comprensione di quello che può indurre uno psicologo ad imbracciare il fucile ( metaforicamente) da rivoluzionario .

La psicologia generale, che insieme con la psicoanalisi è una delle scienze più giovani, datandosi da poco più di due secoli, nasce come scienza degli stati interiori, o delle esperienze inconsce e preconsce, legate al soggetto umano. Un oggetto non osservabile scientificamente con strumenti e metodi delle scienze naturali, che negli ultimi due secoli,ma soprattutto nel sec. XX ossia nello stesso periodo in esame, hanno avuto progressi incomparabili.

E’ noto che il primo tentativo per dare un metodo scientifico-naturalistico a questa scienza ha indotto a “dimenticare l’uomo”, per usare una famosa espressione di A. Čehov. [1] Considerare il comportamento, osservabile, come unico possibile oggetto della psicologia ha dato in risultato analisi, definizioni, quantificazioni di soli eventi ritenuti oggettivamente visibili e rendicontabili in una prospettiva evoluzionistica delle specie viventi.

Ebbene, sia la psicoanalisi che la psicologia generale sono irriducibili a questo paradigma, in quanto sono scienze dell’uomo e proprio nella e per la misura in cui vogliono esserlo. Infatti i comportamenti effettuati considerati nel solo aspetto esteriore sono un po’ come la malattia già insediatasi nel malato e di cui si vadano solo a considerare i sintomi.

Essi vanno, invece, spiegati nel loro divenire, ha affermato e ripetuto incessantemente Blonskij il pedagogista ufficiale, maestro universitario di Vygotskij, e vanno analizzati in quanto storia del comportamento in un contesto specificamente creato dall’uomo e non solo predisposto dalla natura. Blonskij fu anche uno strenuo sostenitore della pedagogia fondata sul lavoro (1919), fulcro di notevoli critiche e ambiguità nell’epoca.

Legata alla atmosfera della Rivoluzione di Ottobre in Russia , di cui oggi questa Tavola rotonda organizzata da L’Albatros celebra i 100 anni è la prima, forte definizione della Psicologia generale come ambito del sapere scientifico che ha per oggetto la coscienza. Questa non è definibile come un comportamento tout court e neppure come un osservabile.

Una intera generazione di studiosi russi di scienze medico-cliniche e al tempo stesso di filosofia, letteratura e arte condividono la sostanza di uno scritto rivoluzionario di Lev Vygotskij (1924/1925) “La coscienza come problema della Psicologia del comportamento”.Sono tanti i nomi, di famosi medici, psichiatri, neurologi russi, che si potrebbero citare: Bogdanov, Florenskij, Bernštejn, e ancora, Lurija, Teplov, Smirnov , che oltre al sapere medico fisiologico pervengono allo studio del formarsi del divenire della coscienza.

Dietro al titolo del contributo di Vygotski del 1924 [2]c’è una forte provocatorietà nel porre la coscienza come oggetto non semplicemente della psicologia generale, ma della psicologia del comportamento. L’apprendimento spiegato attraverso i riflessi condizionati, secondo il paradigma di I.P.Pavlov, rappresenta in realtà un modello di funzionamento che riduce l’analisi scientifica agli aspetti psichici più elementari, generali e trasversali alle varie specie viventi, prendendo in esame ciò che accomuna le specie, ma rinunciando a individuare gli aspetti che distinguono le specie viventi l’una dall’altra. La psicologia storico-culturale non negando l’importanza del contributo pavloviano alla conoscenza della psiche, la critica con espressioni tanto chiare quanto decisive. In riferimento alle idee espresse da Pavlov in merito al riflesso di libertà, o al riflesso di scopo, Vygotskij scrive che (1925, p 64 sgg tr.it) “ … l’uomo non è … un sacco di pelle pieno di riflessi e il fatto che si giunga a parlare di un riflesso di scopo e di un riflesso di libertà dovrebbe render chiaro che ciò che serve è un meccanismo di comportamento di struttura diversa.”

Innanzitutto si entra istantaneamente nella dimensione umana e Vygotskij ha scritto ,come riportato sopra, che “ l’uomo non è un sacco di pelle pieno di riflessi”, chiara allusione al comportamentismo fisiologico rappresentato dal primo premio Nobel russo per la medicina del 1904 I.P.Pavlov). L’uomo è linguaggio, semiotica, scienza della significazione in una parola è storia della cultura.

Ora solo una considerazione superficiale della cultura ritiene che essa debba nascere dall’interiorità dell’uomo, dato che si basa su processi cognitivi superiori . In realtà i processi cognitivi divengono superiori proprio attraverso la dimensione culturale, che si trova nel contesto esterno, negli altri ,ed è attraverso la relazione con gli altri che noi diventiamo esponenti del genere umano e che diventiamo noi stessi in quanto soggetti della storia. (Vygotskij 1931/60).

La stessa psicoanalisi predispone, tramite lo studio e l’analisi del simbolismo onirico, del significato degli atti mancati o dei lapsus linguae e/o lapsus calami, una via per “portare all’Io tutto ciò che prima era dell’Es”, per adoperare un linguaggio analitico ossia per far assurgere alla coscienza eventi e nuclei psichici delle sfere preconscio e inconscio.

Sotto questo aspetto Freud viene riconosciuto ed encomiato negli anni immediatamente pre e post rivoluzionari in Russia. Gli si riconosce di aver compreso la natura psicologica dell’inconscio, in un certo senso affrancando questo concetto dalle panie di una componente esclusivamente fisiologica (cosi Vygotskij in Il significato storico della crisi della psicologia,del 1927, ma pubblicato in Russia solo negli anni ’80).

Da queste affermazioni vengono posti i primi fondamenti di una psicologia dell’educazione rivolta al raggiungimento di un fine teoretico-pratico , consistente nell’educazione della persona “nuova” , per la società generata dalla rivoluzione socialista, persona di cui desidera definire il tipo antropologico.

La maggior esplicitazione di questo obiettivo è contenuta nel lavoro del 1926, Psicologia pedagogica, scritto per educatori, maestri e operatori della scuola. Qui egli aveva formulato alcuni chiari presupposti per poter svolgere la professione più complessa e fallimentare del mondo. Eccone il principale :

“ Il bambino si educa da sé. A rigor di logica da un punto di vista scientifico non è possibile che qualcuno educhi qualcun altro …ci si può solo educare da se stessi” (Vygotskij, cit., p.82).

La sfera della educazione viene investita frontalmente in questo momento storico da psicologia e pedagogia generate in Russia. Educazione tanto sottostimata e trascurata in tutte le società occidentali da indurre lo psicologo Bruner ( Siena 1983)[3] alla affermazione che per essere responsabile, spesso unica e sottostimata, della forma di educazione primaria darebbe il premio Nobel ad ogni madre che nei primi anni di vita predispone l’ominazione del piccolo umano, il suo ingresso nel mondo dei significati, regole, costumi comportamentali umani, in una parola, nella storia dell’uomo.

L’aver ricollegato il lavoro in quanto attività produttiva dell’uomo all’intera sfera della personalità e non soltanto alla coscienza rende comprensibile il fatto che i continuatori diretti di Vygotskij nell’ambito educativo, i rappresentanti della scuola psicologica di Mosca oggi, tra cui: Davydov, E. Il’yenkov, V.Rubzov siano tutti approdati anche al gioco come forma di Attività che produce piacere , che è massimo se condiviso. In tal modo si è ben evidenziato un ulteriore passo avanti che soltanto una considerazione parcellare dell’attività umana può aver scisso indissolubilmente dall’esigenza del piacere del lavoro produttivo , purchè non alienato, pensandolo diverso e forse contrapposto a quello del gioco e della creazione artistica.

L’uomo è creatore di oggetti che gli servono per sodisfare i bisogni vitali. Tra questi anche oggetti esteticamente belli, piacevoli. Nel creare tali oggetti, definiti nella bibliografia anglofona “artefatti” l’uomo cambia anche se stesso, creando nuovi bisogni (si pensi allo sviluppo storico del vestiario, del cibo e delle abitazioni umane, allo sviluppo tecnologico). Se queste attività sono egualmente produttive per la persona anche se in modalità differenziate, per età, obiettivi e finalità , comportano tutte una modificazione a spirale della personalità, una crescita detta maggiorante da Davydov, che con la sua prospettiva apre alla educazione obiettivi antipedagogici per la pedagogia tradizionale come la riflessione e la progettazione, secondo echi oggi di moda che sembrano esser nati dal suolo della cultura nordamericana e che sono in realtà patrimonio non sufficientemente conosciuto e valutato della rivoluzione russa da chi non possa o non ritenga opportuno farvi riferimento.

Ma il settore educazione, passata la Rivoluzione in Russia, e con tutti gli errori[4] commessi successivamente in questo ambito nel periodo sovietico, resta oggi derelitto presso tutte le “civiltà” (per cosi dire) occidentali. Anzi è destinato a costituire un settore di detrazioni per il bilancio statale, come le statistiche citate da Almalaurea hanno dimostrato e come confermano le proiezioni calcolate fino a tutto il XXI secolo.

Tab.1 I valori previsionali spesa /istruzione in Italia non accennano a risalire. [5]

% / Spesa pubblica/anni

Spesa totale

Spesa age-rel

pensionistica

Spesa sanitaria

di cui LTC sanitaria

LTC socio-as.

Istruzione

Indennità di disoccup.

2010   2015     2020   2025     2030     2035   2040   2045   2050   2055   2060
50.6     50.5     50.8     49.9     49.0       48.4     47.9     47.2       46.1     44.8   43.3

27.5     28.4       27.4   27.6       27.8     28.0       28.4     28.4   28.0       27.5   27.1

14.8     15.8       15.3   15.5       15.7     15.8       15.8     15.5   14.9       14.2   13.8

7.0       6.8       6.6     6.8         7.0       7.1       7.3         7.5     7.6         7.6     7.6

 

0.8     0.8       0.8        0.8         0.8       0.9       0.9       1.0     1.0       1.1       1.1

1.0       1.1       1.1     1.1         1.1       1.2       1.2       1-3     1.4       1.5     1.6

3.9       3.7       3.5     3.4         3.3       3.3       3.4      3.5       3.5       3.6     3.5

0.7       1.0       0.9       0.7       0.7       0.6       0.6       0.6     0.6       0.6     0.6

 

Vygotskij (1927/1982-84) aveva chiaramente spiegato – nella sua interpretazione storica come: «Un’attinenza immediata della teoria materialistico-dialettica ai problemi delle scienze della natura e in particolare al gruppo di discipline biologiche e alla psicologia non ѐ possibile cosi come è impossibile riferirla immediatamente alla storia e alla sociologia […]» (p.419)

«La dialettica coinvolge natura, pensiero, storia ed ѐ essa stessa la più generale, al limite dell’universale, delle scienze. La teoria del materialismo psicologico o dialettica della psicologia, è ciò che io definisco psicologia generale» ( ibid. p.420).

Queste scienze, ribadisce Vygotskij nello stesso lavoro a tutt’oggi pochissimo letto, richiedono un proprio “Capitale”, come scrive espressamente, per analogia con il Capitale di Carl Marx dedicato alla analisi dello sviluppo economico e il “Capitale”, necessario alle discipline psico-pedagogiche, é costituito da una nuova concezione antropologica del divenire uomo in quanto esponente, non nel solo senso biofisiologico, della specie, bensì in quanto creatore della cultura e della storia umane.

Da tali posizioni metodologiche, costàte all’epoca la messa a bando dei lavori dell’A. citato, si può evincere la molteplicità di livelli, l’autentica dialetticità, che rendeva la sua concezione di educazione “sovversiva” rispetto alla tradizionale educazione trasmissiva.

Si tratta del concetto di “antieducazione” esposto da Nicola Siciliani de Cumis tra l’altro nel recentissimo contributo La scienza in carne e ossa (2017), che, da un punto di vista pedagogico, si fonda sul mettersi in discussione, con la rinuncia, da parte di educatori e docenti, a sedere tra i grandi “dell’Olimpo pedagogico” dei quali scriveva Makarenko, (2003, cit.) quando criticava l’irrigidimento ideologico in ambito educativo, tipico della burocrazia di esponenti governativi e sindacali.

In sostanza, la sua proposta educativa non viene vincolata a schemi già predisposti, da limitarsi ad essere trasmessi ma ai problemi dell’esistente e del sociale. Un’educazione e una psicologia che guàrdino a ciò di cui ha bisogno la società contemporanea, in rapida dissolvenza di confini, barriere, vincoli prefigurati – e in vario modo imposti – dalla tradizione .

Con parole di Vasily Vasilevič Davydov:

  • «Alla scienza si pone la questione fondamentale di definire il modo in cui il contenuto dello sviluppo psichico dell’umanità generi le sue forme e di come queste forme divengano il contenuto della sua coscienza » (1996, р. 92).

Se quanto affermato può costituire una risposta all’interrogativo iniziale, del perchè uno psicologo Russo del XX secolo e con lui tutta una generazione di neuroscienziati abbia fatto proprio l’obiettivo della Rivoluzione d’Ottobre, a prescindere dal loro appartenere alla cultura ebraica, e non sempre russa, dal loro essere cittadini di altri stati della ex URSS, come per Vygotski della Bielorussia, o di Makarenko nativo dell’Ucraina ,dal loro essere ricercatori e non operai o lavoratori manuali, né contadini , con doveroso riferimento alle mai superate distinzioni di A. Gramsci ne: I quaderni del carcere (1930/1964,vol.2) sul fatto che le distinzioni tra intellettuali e altre mansioni svolte nel sociale vanno fatte non ricercandole all’interno della specificità di ogni settore lavorativo, ma nei rapporti sociali che li definiscono, essendo l’uomo sempre e comunque un intellettuale, potremmo concludere con un altro interrogativo, forse ancora più urgente, nella crisi di oggi :

Ma per porre in primo piano gli obiettivi di una educazione alla coscienza civile, scientifica, storica, è necessario fare una nuova Rivoluzione sociale?

 

Bibliografia citata ed essenziale

Bagnato A. ,(2006),Makarenko oggi., L’albatros, Roma.

Bernštejn N.A. (1990) Fiziologija dviženija i aktivnosti (

Fisiologia del movimento e dell’attività),Moskva,Nauka.

Blonskij , P. P. (1919),Trudovaja škola (La scuola per il

lavoro ,Moskva,1919.

Blonskij , P. P. (1925c), Psihologija kak nauka o povedenii /Psihologija i marksizm (La psicologia come scienza del comportamento/ Psicologia e marxismo), Moskva.

Bogdanov A.A.(1907)Empiriomonizm,(Empiriomonismo), Leningrado.

Bruner, J.S. (1962), Introduction to “Thinking and Speech”, by Vygotskij, N-Y,Pergamon & M.I.T. Press.

Bruner, J.S.(1983), Child’s Talk,Learning to use Language, W.W.Norton Company, New York, London. tr. it.Il linguaggio del bambino. Armando,Roma 1991.

Cammelli A.(2015) XVII Rapporto Almalaurea,Investire

                 nei giovani. Se non ora quando? www.almalaurea.it

Davydov,V.V. (1972).Aspetti della generalizzazione

             nell’insegnamento. Firenze: Giunti Barbera ,Introduzione

             di Aldo Visalberghi , 1979.

Davydov V.V. (1988,2004³), Problemy razvivajščego

             obučenija (I problemi dell’apprendimento maggiorante),

   Moskva,Akademija, tr. ingl.“Problems of developmental learning”, Soviet education, Part I: 30/8 (1988) 15-97; Part II: 30/9 (1988) 3-83; Part III: 30/10 (1988) 3-77.

Davydov, V. V. (1996) Teorija razvivajščego obučenija (Teoria dell’apprendimento maggiorante), Moskva, Intor.

Gramsci A. (1930/1964),La formazione degli intellettuali, “Quaderni del carcere”,Einaudi,Torino 1964, 2,pp.3-19.

Il’enkov ,E.V. (1974,1991²), Dejatel’nost i Znanie (Attività e conoscenza), in Filosofija i Kul’tura ,Moskva, Izd.Političeskoj Literatury,pp 381-387.

Makarenko, A.S. (2003), Pedagogičeskaja poema (Il poema pedagogico), Mosca .

Makarenko,A.S. (2009), Il poema pedagogico, tr. it. a cura di N. Siciliani de Cumis,Roma,L’Albatros , pp.3-555.

Pavlov, I.P. (1951), Pol’noe sobranie sočinenij (Opera omnia),Moskva,A.N.SSSR, 1951.

RGS, (2017), Ragioneria dello Stato,Previsioni medio-lungo periodo della spesa pubblica pensioni,sanità,LTC, scuola e ammortizzatori sociali elaborate per l’aggiornamento del programma di Stabilità 2013,RSS (Really Simply Syndication) F,p.337.

Rubzov V.V. (2005), “Per un’organizzazione efficace del contesto di apprendimento a scuola”, Studi di Psicologia dell’Educazione, I: 123-35.

Rubzov, V. V. (2008).Social’no-genetičeskaja psihologija rasvivajščego obrazovanija:dejatel’nostnyj podhod ( Psicologia e sociogenesi dell’istruzione maggiorante:il metodo basato sull’Attività),Moskva, M.G.P.P.U.,2008.

Siciliani de Cumis, N. (2017).Una scienza in carne e ossa. Makarenko nella casa Caridi e altre storie di ordinaria inclusione 2015-16.Guida ed.,Napoli 2017.

Veggetti M.S (2006), Psicologia storico-culturale e Attività, Carocci , Roma

Vygotskij, L.S. (1925).Soznanie kak problema psihologii povedenija, Psihologija i Marksizm Moskva-Leningrad: G.iz.tr.it. La coscienza come problema della Psicologia del comportamento in Antologia, a cura di L. Mecacci, Il Mulino, Bologna 1983 .

Vygotskij L.S. (1926),Pedagogičeskaja psihologija (Psicologia pedagogica),Prosveščenija, Moskva,pp.348; Pedagogika, Moskva,1991²,tr.it. a cura di M.S,Veggetti, Erikson,Trento 1998.

Vygotskij, L. S. (1931/60) Istorija razvitija vysših psihičeskih funkcij (Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori), tr.it. Firenze, Giunti 1974.

Vygotskij, L. S. (1934) Myšlenie i reč (Pensiero e linguaggio),tr. it. Giunti Barbera 1966 e Laterza, Bari 1990.

 

 

[1] Espressione ricorrente in Vygotskij (v. per es. Vygotskij 1931/60, cap. II). Rinvia alla descrizione da “Il giardino dei ciliegi”, quando nel IV atto il vecchio servitore Firs si accorge di essere stato “dimenticato” dai proprietari della villa dismessa e, chiuso dentro, afferma “Si sono dimenticati di me”.

[2] Questo tema fu oggetto della Presentazione del Vygotskij al II Congresso di Neuropsicologia di tutte le Russie,pubblicata poi nel 1925.

[3] Invitato da chi scrive presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Siena, Bruner presentò, con grande successo di pubblico, i dati delle ricerche sull’acquisizione della lingua materna nella prima infanzia. Questi dati, pubblicati nel Bollettino dell’Università di Siena, sono contenuti in: Bruner (1983) , citato in bibliografia in quanto più facilmente reperibile.

[4] La sperimentazione psicologica sull’apprendimento adotta modelli riduzionistici anche in Russia, dove si apre un periodo di “pavlovismo” in psicologia e soltanto i collaboratori di terza generazione di Vygotskij (Davy­dov, 1972, 1988, 1996; Rubzov, 2005,2008) potranno formulare una teoria storico-culturale completa di questo processo al livello umano.

 

[5] La tabella ripresenta dati OCSE inseriti ex novo pubblicati e commentati nel 2016 dal Corriere della Sera. Tali tendenze previsionali sono riconfermate dagli odierni organi informativi della RGS ( Ragioneria dello Stato) 2017,F, p.337,in un quadro della spesa pubblica più generale, in Italia,2000-2060, che ricomprende anche la scuola.